Quanto costa il weekend?
Per l'anno 2025 l'offerta
richiesta
per i ritiri a Bologna è di € 250 a persona. Questa offerta include
vitto e alloggio da venerdì alle ore 12.30 fino a domenica alle
ore 18.00, tutti i materiali usati nel ritiro, più
la giornata post-weekend (un vero e proprio 4° giorno del ritiro) che ha luogo ca. 6 a 8 settimane dopo,
in una data scelta da equipe e partecipanti.
Anche
se attualmente non possiamo
promettere agli aspiranti partecipanti un aiuto finanziario, in
ogni caso possibile cercheremo di trovare degli sponsor che aiutino,
anonimamente, un(a) partecipante che abbia particolari
difficoltà finanziarie.
NB:
Il costo reale di ogni posto prenotato al weekend di ritiro
supera € 400. Per evitare di far gravare quest'intera
somma sugli eventuali partecipanti, la responsabile e l'equipe
della Vigna di Rachele s'impegnano per trovare donazioni ottenute da amici che,
comprendendo il valore di questo programma, lo desiderano sostenere
finanziariamente. Anche gli stessi componenti dell'equipe di volontari contribuiscono spesso a queste spese.
Il
costo del weekend può variare tra sedi perché
dipende dai costi affrontati dall'equipe che lo offrono,
e dai costi di affitto, vitto e alloggio della struttura
ospitante. Dipende anche dalla presenza o meno di una
sponsorizzazione da parte di enti locali che eventualmente aiutano
finanziariamente l'opera. Attualmente, la sede della Vigna di Rachele
che sin dal 2010 offre i ritiri a Bologna, pur essendo espressione locale di quest'apostolato internazionale, non dispone di
risorse
finanziarie proprie, le quali devono essere ricercate tra
i donatori e benefattori locali e nazionali,
nonchè amici americani che sostengono questa missione in
Italia.
NB:
Ogni eventuale benefattore che volesse alleviare, con qualsiasi
somma, i costi affrontati da una o più partecipanti al weekend
è invitato a contattarci
per avere le informazioni al riguardo. Vi saremmo molto grati per un
tale gesto di solidarietà! Potete anche vedere su questo sito la pagina Come aiutarci.
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Quanto tempo dura il weekend e dove si svolge?
Attualmente
i ritiri in Italia vengono offerti a Bologna e dintorni, in varie
strutture adatte. Per proteggere la privacy di tutti, le indicazioni
precise per raggiungerci in un determinato weekend vengono spedite ad
ogni singola/o partecipante solo alla conclusione dell'iter
d'iscrizione, insieme alla lettera di conferma.
Il
weekend inizia
venerdì pomeriggio alle ore 14.00 (con l'arrivo tra le
12.00-13.30 per permettere un momento di pausa, uno spuntino e
l'accomodarsi nelle stanze), e continua tutto il
weekend fino alla conclusione, domenica pomeriggo verso le 18.00. Essendo, questo, un percorso di full immersion, i partecipanti restano nella struttura ospitante tutto il fine
settimana, a mangiare tutti i pasti con il gruppo, e a dormire
lì. In
alcune strutture si offrono stanze singole, in altre sarete in una
stanza doppia insieme ad un'altra partecipante.
Per vedere alcune foto di una tipica Struttura ospitante cliccate qui .
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Chi facilita il weekend?
Ogni weekend viene facilitato da un'equipe di
volontarie e volontari formati nella metodologia della Vigna di Rachele, dopo aver partecipato personalmente, in precedenza, al ritiro. L'equipe che serve in ogni ritiro comprende normalmente 5-7 componenti. L'aver vissuto personalmente il ritiro
prima di fare il
discernimento necessario per poter diventare collaboratori crea una grande empatia e un profondo sense di condivisione.
L'equipe
è composta da persone compassionevoli, che non vi
giudicheranno, e normalmente include: la coppia fondatrice della Vigna di Rachele in Italia,
un sacerdote, una psicologa, psicoteraapeuta o counselor cattolica (o d'ispirazione cristiana) più 2-3
donne che hanno avuto l'esperienza dell'aborto volontario o
terapeutico.
Queste volontarie accompagnano, telefonicamente e via email, gli
eventuali partecipanti nell'iter preparativo che normalmente inizia
già settimane o persino mesi prima della data del ritiro
stesso.
Durante
i tre giorni del ritiro c'è normalmente la presenza continua di
tutta l'equipe incluso quella del sacerdote e della psicologa, psicoterapeuta o counselor. L'equipe
è anche presente nel "quarto giorno", cioè nell'incontro
"post-ritiro" che viene offerto un sabato ca. 2 mesi dopo il
ritiro.
I
partecipanti fanno particolarmente tesoro dell'accompagnamento offerto
prima, durante e dopo il ritiro dalle componenti dell'equipe che sono
state anche loro partecipanti in passato. Attraverso un ascolto
paziente e una vicinanza amichevole, queste collaboratrici mettono
la propria esperienza dolorosa, ora riconciliata, a disposizione di
coloro che in questo momento iniziano un percorso di recupero e
guarigione.
Queste
persone offrono liberamente il loro tempo,
a volte pagando le proprie spese di viaggio da varie regioni
d'Italia, perché capiscono quanto può essere
lacerante l'esperienza dell'interruzione di gravidanza, e
perché comprendono sia le ferite che tale esperienza può
lasciare sia la necessità di elaborarla e di vivere un risanamento
interiore dopo di essa. Tutte le nostre collaboratrici e i nostri collaboratori sono persone amorevoli e
competenti. Vii
rispetteranno dovunque vi troviate nel vostro percorso
di elaborazione del lutto, così da aiutarvi a fare dei passi
avanti verso il recupero e ad approfondire la vostra guarigione
interiore.
Che tipo di esercizi si fanno durante il weekend?
Ogni
esercizio del weekend vi offre un invito a
riflettere sulla vostra esperienza e ad esplorare le vostre emozioni.
In nessun momento verrà spinta o forzata la vostra
partecipazione. Verrete invitati a
condividere i vostri pensieri e la vostra esperienza con il gruppo, ma, in certi
momenti, potete anche
elaborarla nel silenzio del vostro cuore.
Il
percorso bada molto all'importanza della bellezza come strumento che
può aiutare il/la partecipante ad aprirsi all'ascolto della
propria storia di vita e alla grazia di Dio. Questa via pulchritudinis,
cioè questa "metodologia" della bellezza si esprime in tanti dettagli:
nella musica, nella preparazione della casa ospitante, nella vicinanza
dell'equipe, ecc.
Per preparare ognuna/o
a raccontare la propria storia di vita in un modo approfondito, nella
presenza di un ascolto non-giudicante, ci sono dei semplici esercizi
che aiutano tutti ad aprirsi alla riflessione sulla propria vita e
all'ascolto delle consorelle e confratelli.
Un
metodo particolarmente fecondo per poter riflettere sulla propria vita
attraverso gli occhi della fede è quello "ignaziano", cioè quello
proposto secoli fa da Sant'Ignazio da Loyola (padre spirituale della Compagnia di Gesù). Quest'antico metodo aiuta la singola persona a riflettere
sulla propria vita attraverso la meditazione su vari brani del Vangelo,
e durante il ritiro ci sono vari esercizi di questo tipo, seguiti da
una condivisione verbale tra partecipanti ed equipe.
Naturalmente
c'è anche la liturgia eucaristica, più
l'opportunità di
sostare in cappella davanti al Santissimo Sacramento. Inoltre, viene
offerta la possibilità di un colloquio personale con un
sacerdote che
può anche comprendere la celebrazione del Sacramento della
Riconciliazione (cioè "della Penitenza", anche detta
"confessione"). Un punto alto della domenica è la bellissima
funzione commemorativa in cui vengono onorati i bambini mai nati per
cui i partecipanti hanno elaborato il proprio lutto durante i tre
giorni del weekend.
La Vigna di Rachele rispetta una diversità
di culture, di espressioni di fede e di pratiche religiose. Anche
se gli
esercizi offerti durante il ritiro avranno spesso come punto di riferimento la presenza
di Dio rivelata nella persona di Gesù
Cristo, non ci
sarà alcuno sforzo per "convertirvi" alla fede cristiana.
Attraverso ogni esercizio e ogni momento di silenzio, scoprirete
un percorso personale che vi invita semplicemente ad ascoltare la
"voce" della propria storia, e a dialogare intimamente con
il vostro Creatore.
Vi incoraggiamo a leggere le esperienze fatte da alcuni partecipanti in passato!
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Quante persone ci saranno nel weekend?
Nei ritiri weekend della Vigna di Rachele
ci sono
tipicamente tra 10 e 12 partecipanti. Quest'esperienza viene
offerta in un gruppo relativamente
piccolo per mantenere un ambiente intimo e personale, e per
permettere ad ogni partecipante sufficiente tempo per riflettere, per
raccontare e condividere con gli altri, ed
elaborare senza fretta quella esperienza. C'è, inoltre, la
presenza dell'equipe, formata normalmente da 6-7 persone che
facilitano il weekend stesso, guidando gli esercizi e prestando
attenzione ai bisogni particolari di ogni partecipante. Normalmente
almeno 3 componenti dell'equipe sono partecipanti in passato al ritiro,
cioè persone che, come voi, hanno fatto con La Vigna il proprio percorso per elaborare e risanare l'esperienza dell'aborto volontario o terapeutico.
Durante
il periodo in cui viene offerta la possibilità di un colloquio
personale con un sacerdote arrivano normalmente altri 1-2 sacerdoti
collaboratori oltre a quello presente durante tutti i 3 giorni del
ritiro.
Se il
weekend viene ospitato in una struttura che permette l'autogestione
della cucina ci saranno ancora più membri dell'equipe che si occuperanno della preparazione dei pasti.
Esiste anche un formato settimanale della Vigna di Rachele?
Esiste, ma non è ancora disponibile in Italia. Il formato originale del percorso offerto dalla Vigna di Rachele consisteva
infatti in un totale di 15 incontri settimanali. Dopo anni di
esperienza, nel 1999 la fondatrice ha trasformato quel percorso
settimanale in un modello di ritiro weekend, avendo visto che per
alcune partecipanti era difficile "rimettere la propria maschera" alla
fine di ogni incontro settimanale per tornare alla vita "normale".
Subito sono diventati evidenti i benefici di un flusso quasi
continuo, di 3 giorni, dell'elaborazione del lutto per i bambini
abortiti. Ora in tutto il mondo è il ritiro weekend che
predomina come forma in cui il percorso della Vigna viene vissuto.
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Perché fare questo percorso in un gruppo? Non basta la confessione o la psicoterapia?
Prima di tutto è importante affermare il valore dell'accompagnamento individuale eventualmente disponibile attraverso la psicoterapia/counseling,
la guida spirituale e/o la confessione. (L'ultima, per la persona
battezzata, è indispensabile, e siamo molto grati per la
generosità dei sacerdoti
che accolgono con un ascolto paziente chi confessa questo peccato,
anche più di una volta. Siamo anche lieti di accogliere sempre
più persone "mandate" dal confessionale alla Vigna di Rachele,
per continuare il percorso di guarigione spirituale.)
Per
non poche persone, però, tali forme di assistenza, anche dopo
anni o dopo ripetuti tentativi, non hanno portato l'effetto desiderato
di una profonda guarigione interiore. Come ha detto recentemente una
signora, "Questa cosa l'ho confessata diverse volte, ma ci vuole un
percorso per poterla elaborare!"
Nel
contesto cattolico si parla dell'aborto procurato soprattutto nei
termini di peccato che richiede perdono. Ciò è
vero, e nella Vigna di Rachele
lavoriamo in modo approfondito sul perdono e sulla riconciliazione.
Senza in alcun modo sminuire queste realtà, però, noi
vediamo l'esperienza dell'aborto anche come un lutto e persino un
evento traumatico che ha bisogno di essere elaborato.
La
madre che ha vissuto la morte del proprio figlio non nato vive spesso
un lutto nascosto, anche se sa di aver avuto parte, se non molta,
responsabilità per la morte del piccolo. Lo stesso può
essere vero per il padre del bambino. Perciò, per la singola
persona, la coppia o la famiglia toccata, l'aborto può
rappresentare non solo un peccato commesso, ma un evento enorme nella propria vita e/o nelle relazioni più
importanti. Tra le parole usate per descrivere quest'evento abbiamo ascoltato
"terremoto" o
"bomba". Insomma, qualcosa che cambia drammaticamente la vita. Forse
non è così per tutti, ma per molti, sì.
Insomma,
ascoltando in dettaglio le vere storie delle gravidanze "interrotte" si
capisce
subito perché si può parlare di tale esperienza non solo
come una semplice "scelta", ma come un dramma e persino un evento
traumatico.
Gli eventi traumatici sono spesso aggravati dalla necessità di nascondere
l'esperienza vissuta. In questa segretezza, normalmente mantenuta con molto sforzo,
la
vergogna, la rabbia, i sensi di perdita e di colpa, non
trovano voce e possono diventare "tossiche". Inoltre, molte
donne e uomini che hanno abortito hanno in precedenza vissuto altri traumi. Per
le
vittime del trauma il cammino verso la guarigione inizia dal momento in
cui trovano un ambiente sicuro dove rivedere e
"ricostruire" con l'aiuto di persone capaci e compassionevoli
la storia del proprio trauma o dei traumi vissuti. Da
questo punto di partenza si può camminare verso la
guarigione, percorrendo vie che ricostruiscono i legami spezzati: con
se stessi, con Dio e con altri nella famiglia e nella
comunità.
Il
contesto di gruppo, se ben gestito, è molto catartico
perché altre persone che hanno conosciuto simili esperienze
possono offrire una "convalida" dei sintomi sofferti, eliminando il
senso di solitudine. Quest'elemento
comunitario e questa sorellanza/fratellanza nel percorso verso la guarigione danno
un valido ed efficace sostegno all'individuo.
Tutto
ciò non nega il valore della psicoterapia
o del counseling individuale, né della guida
spirituale che si può ricevere da un confessore o da una accompagnatrice pastorale.
Tuttavia, un'esperienza del percorso fatto in gruppo spesso offre la
possibilità di una guarigione interiore più completa e
più profonda, soprattutto quando si può includere il
sostegno di una persona cara.
Potete leggere i commenti di altre persone che hanno
fatto il weekend della Vigna di Rachele cliccando su Esperienze.
Ciò che troverete spesso in quei commenti è la
testimonianza di un vero e proprio "travaglio" che ha "partorito"
un forte risanamento ed una nuova prospettiva sulla propria vita e sui
rapporti con Dio e gli altri, che permette di camminare verso un
futuro pieno di speranza e di nuove possibilità.
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Il percorso offerto è cattolico?
Sì. Il manuale internazionale che guida il ritiro offerto porta sia il nihil obstat sia l'imprimatur, cioè
le approvazioni teologiche della Chiesa Cattolica, conferite
originariamente nel 2001 da Sua Eminenza Cardinale Anthony Bevilacqua e
di nuovo
nell'anno 2011 da Sua Eminenza Cardinale Justin Rigali, ognuno di loro
allora
Arcivescovo di Philadelphia (diocesi di residenza della fondatrice
della Vigna di Rachele).
Nel 2010 Sua Eminenza Cardinale Caffarra di Bologna ha approvato l'avvio
dei ritiri della Vigna di Rachele nella sua Diocesi, e prima delle sue dimissioni nel 2015,
incontrando i sacerdoti collaboratori della Vigna, ha riaffermato il
suo desiderio che l'opera continui lì. Nel 2016 la coppia responsabile della Vigna
ha incontrato il nuovo pastore della Chiesa di Bologna, (allora
Arcivescovo appena incaricato), il Cardinale Matteo Maria Zuppi. La Vigna
continua fino ad oggi una feconda collaborazione con l'Ufficio della
pastorale familiare di quella Diocesi e con vari sacerdoti di
Bologna.
Altrove, vari vescovi e cardinali conoscono e lodano quest'apostolato. Papa Benedetto lo stimava tanto e anche Papa Francesco lo conosce personalmente. (La Vigna di Rachele
è attiva in Argentina ed altri Paesi delle Americhe dove negli ultimi anni l'opera cresce notevolmente.) Incontrando
più di una volta ii leaders della Vigna, Papa Francesco ha vigorosamente
incoraggiato il continuo sviluppo dell'opera, ormai attiva in
più di 50 Paesi del mondo.
Detto
tutto questo, il ritiro sicuramente non è indirizzato solo alle
persone praticanti della fede cattolica. Accogliamo
spesso
persone battezzate ma al momento non praticanti. Anche le persone
cristiane evangeliche (non cattoliche), e persino persone non
cristiane, hanno tratto grande beneficio
da questo
percorso.
torna sù
Cos'è un "ritiro spirituale"?
Molte
persone che arrivano alla Vigna di Rachele
non hanno mai partecipato ad
un ritiro spirituale, quindi scoprendo l’esistenza di
questo weekend naturalmente si chiedono, "Ma di che si tratta?".
(Altre persone commentano dopo quanto è diverso questo
ritiro dagli altri a cui hanno partecipato!)
Nel
linguaggio odierno la parola "ritiro" facilmente viene associata al
"ritiro sportivo" degli atleti. Pensando al ritiro "spirituale" forse
si prende per scontato che esso viene fatto solo dai monaci, suore ed
altri che hanno fatto voti religiosi. Invece i ritiri spirituali, che
esistono in diverse tradizioni del mondo, possono essere indirizzati ai
bisogni particolari di una vasta gamma di persone: ai giovani, alle
coppie sposate, ed alle persone che stanno vivendo un momento
particolare nella propria vita (di gioia, di lutto, di prendere
decisioni, ecc). Da più di 25 anni i ritiri spirituali esistono anche
per le persone che hanno avuto l'esperienza dell'aborto
volontario e sentono il bisogno di fare un percorso di risanamento interiore.
A
livello esteriore un ritiro spirituale consiste
nell’opportunità di allontanarsi dalla routine della vita
quotidiana per esaminare più a fondo la propria vita così
da “vederla” sotto una luce diversa. Per fare ciò,
spesso vengono offerte brevi letture, opportunità per scrivere,
momenti di silenzio, riflessione e preghiera, ed altri esercizi
progettati per facilitare “l’ascolto” della propria
esperienza e l’opportunità di condividerla con gli
altri.
Ogni
tradizione spirituale del mondo offre degli spunti o luci che guidano
il cammino di colui o colei che cerca di indirizzare la propria
esistenza, che cerca uno scopo e un significato per la propria vita, e
che cerca di capire e risanare le esperienze del passato. La Vigna di
Rachele è radicata non solo nella teoria psicologica ma, anche e
soprattutto, nella spiritualità cristiana. Da questa ricca
tradizione La Vigna prende gli spunti che possono aiutare le persone
che portano le ferite derivanti dall’esperienza dell’aborto
volontario.
Un
ritiro è anche un modo di prendersi cura di se stessi. Per
questo periodo di pochi giorni permettiamo che altri si prendano cura
di noi: loro prepareranno i pasti, laveranno i piatti, ci aiuteranno ad
ascoltare la storia della nostra vita e a raccontarla in un modo che ci
alleggerisce e ci arricchisce. Ci ascolteranno, ci guideranno nella
preghiera, si preoccuperanno di ciò che ci preoccupa, e
porteranno sulle spalle una porzione dei nostri fardelli, così
da rafforzarci per il cammino che c’è ancora da fare.
torna sù
Non sono una persona religiosa, e voi parlate di "spiritualità"....
C'è
un motto che ci è giunto dagli Alcolisti Anonimi:
"La religione
è per le persone che hanno paura di andare all'inferno, ma la
spiritualità è per coloro che ci sono già state."
L'esperienza
dell'interruzione di gravidanza, se rimane un evento
traumatico mai elaborato, può creare un "inferno in terra" per
coloro che l'hanno vissuto - donne, uomini, coppie. Tale sofferenza
può portare alla negazione oppure può spingere in modo
positivo alla ricerca di un senso approfondito della propria esperienza
e della vita stessa. Tale ricerca frequentemente diventa un percorso
spirituale.
La
“spiritualità” si può definire in diversi
modi, però ha sempre a che fare con il livello più
profondo della nostra esperienza umana e della nostra persona. Tutto
ciò che è reale, e soprattutto che ci spinge o ci conduce
oltre i limiti della realtà materiale, fa parte della nostra
spiritualità: esperienze di gioia, bellezza, amore e comunione,
esperienze di sofferenza e delusione; il desiderio e la disperazione,
consolazioni e sconsolazioni; un senso del "progetto" della propria vita
e una convinzione sul "destino" di essa; la fede in Dio, in noi stessi, e
negli altri, oppure la ricerca di una tale fede. Tutte queste
realtà formano la spiritualità. Spesso essa è
accompagnata da una pratica religiosa visibile, però anche le
persone “non praticanti” vivono, de facto, una
spiritualità.
La
chiamata alla spiritualità ci invita, prima di tutto, a
svegliarci, a esaminare la propria esistenza e la propria esperienza
così da penetrare il mistero della propria vita e scoprire il
progetto per essa. Tutti siamo invitati a scoprire la
spiritualità. Questo è vero anche per le persone che
hanno avuto l’esperienza drammatica dell’aborto volontario.
Infatti, le esperienze di dolore o perdita, disillusione o
disperazione, esperienze in cui i
nostri sogni vengono schiacciati e il nostro futuro sembra buio, ci
possono portare a un risveglio di spiritualità. Tali esperienze
fanno nascere in noi domande sulle cose più vere e più
fondamentali della nostra esistenza.
Le
donne e gli uomini che hanno interrotto una o più gravidanze spesso si fanno domande di questo genere, anche molti
anni dopo. L’affrontare un tale momento di verità
può essere difficile, ma pieno di possibilità.
Individualmente o in coppia, le persone che portano dentro le
ripercussioni dolorose dell’aborto, spesso cercano un balsamo per lenire il dolore
associato con la maternità o la paternità mancante.
Cercano modi per “andare avanti”, per risanare
l’identità ferita con l’aborto, e per ritrovare un
senso del dono e della bellezza della vita. Con o senza una pratica
religiosa formale, tutto ciò tocca la "spiritualità".
Per approfondire cliccate qui.
torna sù
Gli uomini possono partecipare ad un weekend della Vigna di Rachele?
Sì!
Prima e dopo l'esperienza dell'interruzione di
gravidanza, gli uomini spesso combattono contro un senso di impotenza,
oppure con un senso di fallimento nel loro compito di proteggere
sia la madre che il bambino.
Magari l'uomo-padre ha abbandonato la madre in attesa, ha detto
che l'avrebbe lasciata, o l'ha minacciata con altre intimidazioni o
punizioni nel
caso che avesse fatto nascere il bambino che portava in
grembo. Anche il semplice non aver incoraggiato la compagna in
questo momento di vulnerabilità, oppure l'essersi arreso alle
difficoltà apparentemente irrisolvibili se non con
l'interruzione di gravidanza, possono provocare nell'uomo una fortissima scossa emotiva. A
volte non è subito, ma solo nel tempo, che egli si rende conto
delle implicazioni e conseguenze del gesto compiuto, sia nella propria
vita sia nella relazione con la sua donna.
Altri
uomini hanno sofferto l'impossibilità di
proteggere il loro bambino. Magari desideravano che si continuasse la gravidanza, o persino
hanno cercato di fermare un aborto scelto dalla madre del
bambino o
da un altro familiare. Quest'esperienza d'impotenza
davanti ad un aborto non voluto può lasciare delle profonde
ferite in un uomo: una fortissima ira, un risentimento o altre emozioni
che
devono trovare voce per essere guarite.
Ancora,
altri uomini non hanno mai riconosciuto
l'umanità dei loro bambini mai nati, forse avendo detto alla
loro compagna, "è tua la decisione" (una forma politicamente
corretta di abbandono, o almeno di non saper proteggere donna e figlio
nel momento critico). Anche questi uomini, in seguito ad un'interruzione di gravidanza
compiuta, possono affrontare un
lutto profondo, sensi di colpa, perdita e rimorso. A volte tali
emozioni vengono in superficie solo molti anni dopo l'esperienza
abortiva, ad esempio, in occasione della nascita di un bambino
"desiderato" oppure nel contesto di un matrimonio felice. A
volte, mentre la coppia si prepara ad accogliere il "primo"
figlio, il marito si ritrova ad affrontare, più onestamente,
il proprio ruolo nei passati aborti con una o più ex-fidanzate.
In breve, gli
uomini che sono stati coinvolti nell'interruzione di gravidanza spesso
hanno bisogno di risanare le ferite che l'aborto lascia nel
cuore e nell'anima maschile.
In tanti Paesi del mondo gli uomini hanno partecipato al
weekend della Vigna di Rachele e hanno vissuto attraverso
quest'esperienza un risanamento interiore che ha cambiato la vita. Gli
uomini sono i benvenuti anche nei ritiri qui in Italia.
Per vedere alcuni commenti di uomini cliccate su Esperienze
oppure consultate la nostra pagina Uomini.
torna sù
Dovrei invitare il mio coniuge, o un'altra persona che mi offre un sostegno emozionale?
Abbiamo accolto molte coppie che hanno partecipato insieme al
weekend. In alcuni casi sono coniugi che hanno abortito insieme, e in
altri casi il coniuge che non ha partecipato in un aborto precedente
della partner ha partecipato al ritiro per offrire un sostegno al coniuge.
Durante
i molti anni in cui il weekend è stato offerto, i risultati sono
stati eccezionalmente positivi, e le coppie constatano
un incremento nella comunicazione e nell'intimità di
coppia, dopo aver fatto l'esperienza del ritiro.
Ci sono anche state persone che hanno deciso di partecipare con uno o entrambi i
genitori, soprattutto se la madre o il padre ha incoraggiato la figlia
ad abortire, o se la decisione di interrompere la gravidanza è stata presa spinta
da paure di disapprovazione, condanna, rifiuto/non-accettazione o violenza familiare.
Il
danno all'interno dei rapporti familiari può
essere affrontato nel contesto sicuro della Vigna di Rachele, dove
ogni partecipante viene accolto con compassione e rispetto. Il
weekend offre un'opportunità unica di confrontarsi con
questo dolore, di elaborare l'esperienza
vissuta, e di riconciliarsi, così da risanare individui e rapporti fra individui.
Perciò, vi incoraggiamo con dolce premura a considerare
questa opzione.
Se decidete che le circostanze del momento non favoriscono una tale partecipazione familiare, in
futuro ci saranno altre occasioni per fare questo passo.
Durante il weekend della Vigna di Rachele
s'inizia il cammino verso la guarigione interiore attraverso
il riconoscimento di ciò che si è frantumato
dentro di noi. Ci si apre ad un onesto esame personale di ciò
che ha portato all'ivg e ciò che l'ha seguita. Così
camminiamo, passo a passo, integrando questo doloroso e
spesso rimosso capitolo del passato, nella nostra "storia" di oggi.
Andiamo oltre il semplice tentativo di dimenticare tutto, e, invece,
con il sostegno di altre persone che ci accettano senza condizioni,
scopriamo la possibilità di guarigione e di pace.
Tale
guarigione può avvenire solo quando l'isolamento e la segretezza
vengono smantellati e la propria storia è rivelata ad altri che
non cercano di giudicare e condannare. Nella presenza di una
piccola comunità, e con l'aiuto di altre persone
che riconoscono con compassione la nostra perdita e rispettano il
nostro lutto, è possibile finalmente affrontare ciò da
cui siamo fuggiti, a volte per anni o persino decenni.
L'importanza
di un sostegno sociale nel processo di elaborazione del lutto riflette
un aspetto importante della nostra natura umana:
benché singoli individui, siamo anche, inevitabilmente,
esseri sociali. La
mancanza di un supporto sociale può impoverire o persino
distruggere il nostro benessere fisico, emotivo e spirituale. D'altro
canto, l'esperienza di un tale supporto, anche attraverso una sola
relazione di autentica fiducia, ci può rafforzare e risanare.
Per
quasi tutti, è solo quando abbiamo un sostegno dalle altre
persone che non ci giudicano e non ci condannano, che ci sentiamo
sicuri davanti alla possibilità, reale o immaginaria, del
rifiuto sociale. Un tale sostegno rende più facile
l'affrontare e l'esplorare la parte più profonda dell'anima. Con
questo sostegno s'impara ad accettare il perdono di Dio e del proprio
bambino abortito, ad offrire il perdono ad altri, e
ad accettarlo da se stessi. Con questo sostegno si scopre il
paradosso che
le esperienze più difficili, che più minacciano
di frantumare la propria anima e deformare la propria
personalità possono diventare il fondamento su cui costruire
un'esistenza più ricca, più profonda e più piena
di significato.
La
sicurezza emotiva e la riservatezza
sono elementi essenziali nel momento in cui si inizia
un'esplorazione di possibili cammini verso il risanamento delle ferite
lasciate dall'esperienza dell'aborto volontario. Tuttavia, se il percorso di
guarigione incoraggia solo una consulenza privata, senza coinvolgere il
coniuge o altri membri della famiglia, ciò può, in
realtà, rafforzare lo stesso isolamento provato nel momento in
cui si è dovuto provvedere a "risolvere il problema della
gravidanza" nell'assoluta segretezza, facendo ricorso all'ivg.
Quindi
anche la psicoterapia/counseling individuale, mentre è in sè un valido aiuto, può essere circondata
dalla stessa ansia provata nell'andare "da sola" ad abortire,
perché si va, ancora da sola, a lottare con i postumi.
Conseguentemente il segreto rimane intatto, così come la
vergogna e i sensi di colpa che lo circondano.
Fino
a quando si sostengono dubbi residui del tipo "se i miei genitori
sapessero dell'aborto, mi rifiuterebbero.... [se mio marito/mia
moglie sapesse, mi condannerebbe... se lo dovessi dire a mia
sorella, mi giudicherebbe..."], non
si è liberi di fidarsi autenticamente di nessuno, né di
sperimentare la sacra e bellissima intimità di essere veramente
conosciuti, accettati incondizionatamente ed amati.
Forse qualcuno a te vicino potrebbe aver bisogno di approfondire la
propria conoscenza del trauma postaborto e di alcuni dei modi in
cui quest'esperienza può avere un impatto su una donna. Speriamo
che questo sito sia l'inizio di una tale scoperta.
torna sù
Quali sono i benefici nell'invitare alla domenica del weekend una persona cara che mi sostenga?
Mentre
cercherete di rievocare le memorie ed elaborare le emozioni collegate
alla vostra esperienza, avrete anche l'opportunità di
riconciliare i rapporti feriti o chiusi nella vostra famiglia. Anche
se avrete deciso di venire da soli al weekend, domenica pomeriggio
avrete ancora una bellissima opportunità di facilitare la
riapertura di comunicazioni familiari attraverso la funzione commemorativa e l'Eucaristia finale,
detta "Messa di Affidamento". (NB: Solo la Messa è una
liturgia formale della fede cattolica, mentre la funzione che la
precede rappresenta un semplice momento non-liturgico in cui onorare i
bambini abortiti.)
Se deciderete
di condividere quel momento con un familiare, un coniuge, una cara
amica oppure qualcun'altro che vi vuole bene, il vostro ospite
sarà accolto a braccia aperte dall'equipe e dagli altri
partecipanti. E' un grande dono che questa persona vi regalerà,
se viene a stare al vostro fianco durante questo momento unico, sacro
e, forse, irripetibile.
L'equipe
offrirà un breve orientamento agli ospiti che potrebbero
arrivare domenica pomeriggio, spiegando loro l'importanza della
riservatezza e del rispetto per l'anonimità degli altri
presenti. Aiuteremo ogni ospite ad offrire un appropriato sostegno in
questo momento. L'esperienza di un lutto condiviso, se vissuto in un
contesto ben preparato ed impiegando i veicoli giusti, può fortificare i
legami tra le persone, anche se in passato ci sono state tensioni o
rotture nel rapporto. Il pianto condiviso approfondisce la tenerezza e
l'intimità tra le persone, come vedrete sicuramente nel weekend
della Vigna di Rachele.
Quest'esperienza
condivisa aiuta a lasciar andare gli effetti negativi del trauma
lungamente tenuto dentro, avvolto in segretezza, vergogna, sensi di
colpa e isolamento. La fiducia viene ristorata quando questa
ferita viene rivelata in un ambiente sicuro e quando viene accolta con
la compassione dei co-partecipanti al weekend. Questo circolo di
compassione si ingrandisce quando arrivano i cari dei partecipanti.
Certo, ogni decisione di invitare un caro domenica pomeriggio,
oppure no, verrà pienamente rispettata. Ecco un commento da una
madre che è stata invitata da sua figlia:
"Sono stata testimone di un miracolo lo scorso fine
settimana.
Nostra figlia ci ha invitati per la Funzione Commemorativa del suo
weekend della Vigna di
Rachele. E' stata una esperienza profonda: donne
e uomini hanno avuto
l'opportunità di elaborare apertamente il
proprio lutto, di dare nome a quel
dolore e a quei bambini, e di
condividere con gli altri la gioia che deriva dal
rendersi conto che
non si è soli in questo dolore. Mi sento molto più vicina
a
mia figlia adesso, e sono onorata del fatto che lei si sia
fidata abbastanza di noi
da rivelarci sé stessa in questo
dolore... In questo momento è stato
anche bello vedere la
Chiesa funzionare come dovrebbe funzionare, e cioè,
come un
rifugio, un ospedale per i peccatori e non un
albergo per i santi.
Ho l'impressione che tutti i
presenti siano cresciuti nel
loro rapporto con Dio e
con la Chiesa come famiglia, non solo come istituzione. Pace e grazie a voi
tutti."
L'equipe della Vigna di Rachele è molto rispettosa dei bisogni e
delle situazioni uniche di ogni partecipante. Molte persone, solo dopo essere arrivati al weekend, potrebbero desiderare
la presenza di una persona cara alla funzione commemorativa. Il
conforto di un membro stretto della famiglia può essere
un momento importante nel rompere l'isolamento e lenire le
sensazioni di abbandono che frequentemente accompagnano l'esperienza
abortiva. Il condividere il dolore e l'espressione del lutto, e poi
l'esperienza di guarigione e di speranza che
seguono, possono purificare, risanare ed approfondire i legami tra
noi e coloro che amiamo.
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Questo programma, può anche aiutare il mio matrimonio?
Il
ritiro aiuterà specialmente le coppie che, fino ad ora, non
hanno potuto elaborare insieme un lutto per l'aborto vissuto in passato
da uno o entrambi i partners. L'incapacità o
impossibilità di riconoscere insieme questa perdita crea una
distanza che può diventare amarezza e risentimento. Quando
gli uomini si uniscono alle loro mogli nell'elaborazione del lutto e nel cammino verso la guarigione,
si apre la porta ad un miglioramento notevole nell'intimità
fisica ed emozionale della coppia.
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La mia riservatezza sarà protetta in questo weekend?
Sì.
Quando vi iscrivete ad un ritiro, il vostro nome non sarà
comunicato a nessun individuo o gruppo in nessun caso. Anche nelle
comunicazioni tra l'equipe e la singola partecipante non vengono usati
i cognomi. Se volete che il
vostro nome compaia su di una lista a disposizione dei soli membri del
gruppo del weekend, questa sarà una vostra decisione.
Potete
informarvi sulla Vigna di Rachele via e-mail (info.vignadirachele@yahoo.it)
o via telefono (099.7724.518). La partecipazione al ritiro è
possibile
solo dopo aver ricevuto (normalmente via email) e letto le informazioni
inviate, avendo poi compilato, firmato e spedito i moduli
d'iscrizione, all'indirizzo indicato sui moduli.
Dal
momento della iscrizione fino alle ultime ore del weekend (in cui, a
volte, arrivano dei cari a presenziare la funzione commemorativa e la
Messa conclusiva), viene preso molto sul serio l'impegno fatto da ogni
partecipante a rispettare la riservatezza di tutti gli altri. Si spiega più volte
al gruppo (e agli eventuali ospiti domenica pomeriggio) precisamente
cosa comprende quell'impegno, preso da tutti.
C'è
un altro fatto che aumenta l'anonimità della partecipazione: Non
poche delle partecipanti si iscrivono ad un weekend della Vigna di Rachele che
si svolge in
una località o regione diversa dalla loro zona di residenza. A
Bologna
accogliamo partecipanti da diverse regioni dell'Italia, e anche se
è sempre possibile incontrare lì una persona del
proprio circolo, ciò rimane un avvenimento estremamente raro.
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Cosa succede dopo il weekend della Vigna di Rachele?
Durante
il vostro weekend incontrerete persone meravigliose che, a causa del
livello profondo di conoscenza reciproca raggiunta durante il weekend,
potrebbero
diventare, nel tempo, alcuni fra i vostri migliori amici. Dopo il
weekend
stesso c'è l'opportunità di rincontrarsi con tutti i
partecipanti nella giornata post-weekend, normalmente
tenuta ca. 6 a 8 settimane dopo il weekend stesso. Avrete anche
la possibilità di parlare con un'altra partecipante ad un ritiro
precedente che si metterà alla vostra disposizione, per starvi
accanto nel primo periodo post-ritiro, nella misura in cui desiderate
tale contatto.
La partecipazione a questo percorso di 4 giorni quasi
sempre permette un grande passo avanti nel proprio cammino,
e serve come un ponte che fa attraversare un fiume di
dolore. Nonostante ciò, riconosciamo
che un solo ritiro, anche se intenso e veramente trasformatore come
questo, non fa svanire una volta per tutte le difficoltà che
alcuni partecipanti portano a quest'incontro. Siamo tutti in cammino, e la partecipazione al ritiro non toglie
tutte le difficoltà personali e le sfide interpersonali che
si presentano nella vita quotidiana dopo essere tornati a casa.
La
responsabilità di continuare il proprio percorso iniziato
è vostra. Se non avete già nella vostra vita una o
più persone che vi offrono un accompagnamento importante
(sacerdote, psicoterapeuta/counselor, coniuge, parente o amica/o), vi
incoraggeremo, e quando possibile vi aiuteremo, a trovare tali persone per poter coltivare i buoni semi
gettati attraverso il ritiro.
Oltre
ai suggerimenti offerti alla fine del ritiro, riceverete alcune
risorse scritte ed un elenco di riferimenti ad altri servizi e associazioni che vi
potrebbero aiutare a continuare la vostra crescita spirituale e
personale, anche per affrontare altre problematiche
che potreste voler esplorare o approfondire in seguito. La
psicoterapia, l'accompagnamento spirituale ed altri ritiri spirituali
sono ulteriori percorsi di cui alcuni partecipanti hanno tratto
beneficio in passato.
Per
esempio, se portate alle spalle una storia di abuso sessuale, oppure se
scoprite conflitti o forti emozioni collegate ad altre esperienze
dolorose del proprio passato, potreste decidere, dopo
il weekend, di cominciare (o continuare) a lavorare sull'impatto
che tali esperienze hanno avuto nella vostra vita; se lottate
con l'alcolismo o i disturbi alimentari ci potranno essere dei
riferimenti dati durante il weekend che vi possano aiutare ad
affrontare tali problemi. Alcune coppie potrebbero aver
bisogno di un servizio come quello offerto da Retrouvaille, un programma per i matrimoni in crisi. Altre hanno partecipato ad un Incontro Matrimoniale nell'anno dopo aver partecipato alla Vigna di Rachele. Per quanto possibile, siamo lieti di offrire tali indicazioni.
Alcune
donne e uomini potrebbero sentirsi chiamati a collaborare con La Vigna
di Rachele
aiutando con lo svolgimento di un futuro ritiro, ossia diventando
membri dell'equipe a livello locale o nazionale. Un tale discernimento
potrebbe iniziare durante l'anno seguente alla propria partecipazione
al ritiro.
Per coloro che lo desiderano, ci sono altri modi di
mantenersi in contatto con le compagne e i compagni della Vigna di Rachele.
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Come mi iscrivo ad un weekend della Vigna di Rachele?
Per iscriversi al ritiro, scriveteci un email a: info.vignadirachele@yahoo.it , chiedendo le informazioni con i moduli allegati.
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