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Gli Uomini e La Vigna di Rachele





  
Testimonianza di una coppia lombarda

"Pensavo che un figlio ci avrebbe messo in crisi:
cosi' mia moglie ha abortito"
(Aleteia, 24 maggio 2021)

    



"Non avevo mai saputo che mia moglie aveva sofferto così tanto
    a causa di un aborto avuto prima del nostro incontro. Partecipare al Ritiro della Vigna di     Rachele con lei mi ha aperto gli occhi e mi ha dato la possibilità di offrire il mio supporto     in un area della sua vita dove era presente un grande lutto nascosto. Il nostro                     matrimonio ha ricevuto una vera benedizione. Adesso siamo più vicini di quanto lo             fossimo mai stati e io ho avuto il privilegio di adottare spiritualmente il suo bambino         durante la cerimonia in sua memoria."

Vogliamo dare il nostro caldo benvenuto a tutti quegli uomini che in qualsiasi modo sono stati coinvolti in uno o più aborti, o che sono stati toccati dall'esperienza d'interruzione di gravidanza della propria compagna. Speriamo che l'informazione in questa sezione vi aiuti a dare un senso alla vostra esperienza e vi assista nel vostro cammino verso la guarigione.

In questa pagina tocchiamo, tra l'altro, i seguenti temi:

- Perché parlare di uomini e aborto?
- Uomini ed emozioni
- Mariti, mogli  e IVG
- Anche gli uomini hanno bisogno...
- Come vengono accolti gli uomini nella Vigna di Rachele?

- Lutto maschile e La Vigna di Rachele


"I padri e l'aborto,
da regista nascosto a combattente senza armi:
riconoscere ed elaborare il lutto"
Novembre 2021, Milano


Relazione offerta dalla Dott.ssa Valeria D'Antonio, psicoterapeuta collaboratrice Testimonianza offerta da un padre, partecipante insieme alla moglie alla Vigna






Ringraziamo Kevin Burke, co-fondatore della Vigna di Rachele,
per molti dei contenuti originali di questa pagina
creata per gli uomini e per le coppie




Per gli sposi e per coloro che si preparano al matrimonio:








L'aborto non dà pace. La confessione di 2 uomini
  Brevissimo racconto di un sacerdote di Milano



Commenti di uomini italiani, partecipanti in passato al ritiro della Vigna di Rachele:

“Quando ho letto i materiali che descrivevano il programma sono scoppiato in lacrime, dunque, ovviamente ciò che leggevo ha toccato qualcosa di molto profondo in me.”

“Tutto ciò che avevo visto che trattava la questione dell’aborto era indirizzato alle donne. Poi ho saputo del Ritiro della Vigna di Rachele. Mi sono chiesto come mi sarei sentito lì, essendo uomo. Ma ci sono andato e mi sono sentito ben accolto. Il weekend mi ha aiutato a vedere più chiaramente il mio ruolo nell’aborto che ha avuto la mia fidanzata, e ad accettare il perdono per la grande parte che ho avuto in esso.”

"E' iniziato tutto con 1000 perplessità ed è continuato con la nostalgia del dovermi separare da questo gruppo fantastico..."

"... stupendamente sorpreso pur avendo già vissuto tre week end per la riscoperta della relazione di coppia."

"Ho pianto tanto, e questo per me è un grande dono."

"Sono stato accolto con discrezione e cortesia da parte dell'equipe... Inoltre le suore (che gestivano la struttura) e le sorelle del ritiro sono state deliziose, piene di cortesia e premura nei riguardi di tutti i partecipanti e fonte di serenità."

"Penso di aver pianto talmente tanto dall'aver lavato via tuttle le tenebre che avevo nel cuore." 

"Ottima la gestione del gruppo. Ad ogni partecipante è stata data la possibilità di parlare ed esprimersi con i propri tempi, senza interruzioni e distrazioni. L'esperienza con gli altri partecipanti mi ha aiutato molto. Avere di fronte persone che hanno provato il mio stesso dolore, ognuno con la propria storia, mi ha permesso di raccontarmi senza paure e timore del giudizio." (Un marito che ha partecipato insieme alla moglie dopo l'esperienza dell'aborto terapeutico)



"L'esperienza del weekend mi ha fatto capire quanto mi fossi allontanato da Dio. Senza rendermi conto, lo cercavo solo nel momento del bisogno. Il weekend mi ha fatto capire che la fede va coltivata ogni giorno. Ho anche capito il significato della parola Misericordia. Spero e prego di continuare in questo cammino." 



Lettere scritte da marito e moglie
durante il weekend della Vigna di Rachele:

Serena, non sentendosi pronta per una nuova maternità all’età di 42 anni, insieme al marito aveva abortito il terzo figlio due anni prima di partecipare come coppia al weekend.  Ecco le lettere scritte da lei e da lui al bambino mancante:

Caro Pietro:
Sei diventato pietra d’angolo. La pietra scartata che diventa sostegno.

Sei qui di fronte a me. I tuoi occhi sembrano dirmi “Allora, mamma, finalmente mi vuoi conoscere? E’ tanto che ti aspettavo, sai? “

Io no invece, che non ti aspettavo. Quando sei arrivato due anni e mezzo fa, io non ti aspettavo proprio, né ti ho voluto aspettare per conoscerti, per vedere com’eri fatto, a chi potevi somigliare. Avevo fretta di lasciarti. Dovevi sparire nel silenzio, come eri arrivato. E ti ho cancellato dal mio corpo. Ti ho eliminato. E sono morta con te.

Ora lo so bene. Quale vuoto hai lasciato dentro di me. Un vuoto infinito e disarmante.  Dentro quel corpo che è stato nido accogliente per i tuoi fratelli ma che per te è stato luogo di negazione.

Ora ti ritrovo qui, fuori da questo corpo, ma mai sentito così presente e desiderato. Ora sì che voglio tenerti con me per sempre. Ora sì che ti ri-conosco. Rinasci con la tua mamma, non lasciarmi più, mai più.

Ti amo. Grazie di avermi saputo aspettare con tanta pazienza e fiducia. 
- La tua mamma davvero


Ora la lettera di Paolo, marito di Serena, scritto allo stesso figlio. Il fatto che loro due fossero stati entrambi, nella propria famiglia d’origine, “terzo figlio” era diventato un’ulteriore fardello che lo accompagnava come  un fantasma. Attraverso il ritiro Paolo ha riconosciuto in più la sua responsabilità per l’aborto del figlio, a cui ha scritto:

Caro Pietro:

Non sono stato un padre con cui poter giocare, conoscere e crescere insieme. Sono stato debole ed  egoista fin dal primo momento che ho saputo di te.

Ti chiedo perdono per il male che ti ho fatto, e solo adesso ho capito quanto. Solo adesso ho capito quanto bastasse poco per dire sì, ti voglio. Bastava immaginarti per sentire la gioia che avremmo potuto condividere.

Adesso so che esisti nel mio cuore ed hai un posto tutto tuo. Non voglio più nasconderti e non pensarti, voglio che tu mi sia vicino quando ne avrai bisogno, e quando sarò in difficoltà, con la tua innocenza, saprai ascoltare il mio cuore. Sei entrato nei miei pensieri e ti accolgo con gioia. A presto.
Ti voglio bene, tuo papà


Domande frequenti:



Gli Uomini sono benvenuti ai Ritiri della Vigna di Rachele!

I ritiri sono ideati per ogni donna e ogni uomo che porta le ferite dell'aborto. Anche chi ha vissuto in modo indiretto queste ferite, attraverso la sofferenza della propria moglie,  fidanzata o figlia, è benvenuto da noi. Anzi, proviamo una grande stima per chi trova l'amore e il coraggio di "tuffarsi" nel mare profondo di questo lutto nascosto, dopo aver "convissuto", a volte per anni, con il dolore della propria compagna e della propria figlia. 

Ecco una testimonianza di un uomo che ha partecipato ad un Ritiro della Vigna di Rachele anni dopo l'esperienza personale d'interruzione di gravidanza, vissuta con l'ex-fidanzata:

Sapevo da sempre che l'aborto "era sbagliato", ma non avevo mai pensato che avrebbe potuto colpirmi personalmente fino al giorno in cui la mia allora fidanzata mi disse che era incinta. Mi disse anche che non le importava cosa io pensassi dell'aborto, aveva deciso di andare ad abortire con o senza il mio consenso. Non ho provato a fermarla. Ho messo insieme un po' di soldi e l'ho aiutata a pagare l'aborto. Sono persino andato con lei alla clinica degli aborti. Dopo tutto ciò ho seppellito le mie sensazioni. Non sentivo più niente. Niente, solo intorpidimento emotivo. E' stata come se una parte di me fosse morta quel giorno.

Avevo seppellito quel ricordo per molti anni fino a quando mia moglie ed io cominciavamo a programmare la nostra famiglia. Pensavo tra me e me: Come posso creare una nuova famiglia senza prima riconciliarmi con il mio primo figlio? E' stato allora che mia moglie mi ha parlato di un ritiro per la guarigione dopo l'aborto, chiamato La Vigna di Rachele. All'inizio dicevo, "Impossibile." Non volevo tornare indietro nel tempo e risvegliare il triste ricordo di quell'avvenimento. Ma con il suo aiuto, e con molta paura e trepidazione, ho partecipato al ritiro. Quel weekend è diventato una delle migliori cose che abbia mai fatto.

Durante il ritiro ho scritto una lettera molto personale a mio figlio, a cui ho dato il nome Giosuè. Il ritiro mi ha ridato una parte persa di me stesso. Mi ha aiutato a "reclamare" la mia paternità, a riconciliarmi con il mio figlio, e, attraverso il potere della Parola guaritrice di Dio, mi ha dato un nuovo senso di vita, una vita che cerco, ora, di vivere in Cristo e con la speranza che viene da Lui."             

                                                                    - John

Clicca qui per vedere la foto di John oggi, con sua moglie e i due figli in vita, uno biologico e uno adottato.

Cliccate qui per leggere in forma più approfondita la storia di John.



Introduzione:

Perché parlare di uomini e aborto?

"L'aborto è una decisione personale e privata tra una donna, il suo medico e Dio." 

E’ un'espressione spesso usata da chi afferma, in modo "dolce”, il diritto all’aborto.

Ma, come molti dei dibattiti che girano intorno a questo argomento,  è totalmente disconnesso dalle  reali esperienze di vita di uomini e donne che abortiscono.

La realtà è che gli uomini sono intimamente coinvolti nella decisione di abortire delle loro fidanzate, partners e spose. Nel 95% dei casi l'uomo gioca un ruolo centrale nella decisione di una donna di abortire. 

La cultura corrente ci dice che gli uomini sono abbastanza favorevoli all'aborto, e che hanno veramente pochi problemi dopo l'IVG. Almeno, così sembrerebbe. Ma, scavando un po' più a fondo, come ha fatto il Dott. Arthur Shostak, professore di sociologia all'Università di Drexel (Philadelphia, USA), si può rimanere sorpresi da cosa si scopre.

All’inizio degli anni settanta, Shostak accompagnò la sua amante  presso una clinica che praticava gli aborti. Entrambi erano d’accordo che l’aborto sarebbe stata l’unica soluzione alla loro situazione e programmarono un appuntamento per sottoporsi all’interruzione di gravidanza. Il dolore e lo sconforto che  provò quel giorno, mentre aspettava  nella sala d’attesa, lo hanno scioccato.

Shostak trascorse i successivi 10 anni a studiare l’esperienza dell’interruzione di gravidanza degli uomini. Il suo studio comprendeva un sondaggio su  un migliaio di uomini che avevano accompagnato le mogli o le fidanzate presso i centri per abortire.

Shostak scoprì che un uomo su  quattro considerava l’aborto come partecipazione alla morte del proprio bambino.  Poco più dell’ 80% sosteneva che avevano già cominciato a pensare al bambino che sarebbe potuto nascere (il 29 % pensava “frequentemente” al bambino).  Molti piangevano durante l’intervista.

Qui in Italia, nel 2013 è stato pubblicato il primo libro sull'IVG e gli uomini:

Leggete l'intervista con l'autore

dello stesso autore:

Uomini che imparano ad amare: percorsi maschili per costruire un matrimonio felice   (Aleteia 14 dic 2016)

altri libri di Antonello Vanni:

Padri presenti, figli felici 

Figli nella tempesta: la loro sofferenza nella separazione e nel divorzio

Adolescenti: tra dipendenze e libertà

   

Uomini ed emozioni

La rivista Newsweek realizzò nel febbraio 2007 una storia di copertina intitolata “Gli Uomini e la Depressione”. L’articolo rivelava che gli uomini soffrono di depressione in percentuale maggiore di quanto si sia portati a credere. Irritabilità, incapacità di controllare la rabbia e dipendenze sono alcuni dei modi in cui molti uomini danno voce alle loro dolorose emozioni di tristezza. Sfortunatamente, molti psicoterapeuti, sacerdoti, amici e familiari non riescono a collegare questa sintomatologia tipicamente maschile ad una depressione sempre più crescente.

Terrance Real puntualizza, nel suo importante libro sulla depressione maschile I Don’t Want to Talk About It (“Non ne voglio parlare”), che gli uomini hanno la capacità di reprimere molto profondamente le aree di perdita e dolore.  Affrontare questi sentimenti conduce ad un senso di vulnerabilità,  di perdita di controllo e di debolezza che gli uomini percepiscono come emozioni femminili  e che quindi devono essere evitate ad ogni costo.

Così, nel tentativo di nascondere queste emozioni, molti uomini si buttano a capofitto nel lavoro, nelle dipendenze, nella pornografia, nell’infedeltà …..qualsiasi cosa per fuggire da questa vulnerabilità.  Tragicamente,  queste fughe e questi tentativi di mantenere il controllo comportano  un costo elevato,  in  termini sia di decadimento delle relazioni interpersonali, sia di problematiche nell’ambito  matrimoniale e familiare, e sia  di peggioramento delle performance lavorative.

Il libro Redeeming A Father’s Heart (“Redimere un cuore di padre”)  presenta le potenti storie di 10 uomini coraggiosi, desiderosi di presentare la verità della loro esperienza di aborto e le conseguenze di questa decisione che ha cambiato la loro vita. Queste storie rivelano che per molti uomini l’aborto è un’esperienza traumatica di perdita, che comporta coinvolgimento e partecipazione a quello che è visto come un evento di morte. 

Sia che la perdita venga vissuta in maniera cosciente, sia che invece appaia sepolta nel più profondo inconscio, gli uomini reagiscono con rabbia, senso di colpa e vergogna, sentimenti tutti radicati nel “lutto complicato” della loro partecipazione all’aborto. Questo lutto complesso rende gli uomini vulnerabili ad alcuni dei classici sintomi della depressione maschile: irritabilità, rabbia, negatività e ipercriticismo, abuso di droghe/alcol, allontanamento dai propri cari, difficoltà di concentrazione, disturbi di alimentazione e del sonno e disfunzioni sessuali.

Nonostante queste sofferenze, gli uomini difficilmente chiedono l’aiuto di cui così disperatamente hanno bisogno. Essi possono trovarsi veramente senza fiato, ansimanti, mentre le emozioni represse riemergono in modo potente e spaventoso, generando la sensazione di sentirsi spinti verso oscuri e terrificanti abissi. Senza un aiuto medico e/o un adeguato sostegno psicologico ed emotivo, questi uomini rischiano di ammalarsi emotivamente, o di subire disturbi fisici da stress come problemi cardiaci, ictus e, perfino, tragicamente, suicidio.

Uomini e lacrime

Le lacrime (taciute) degli uomini

Le lacrime come perle

Piangere: segno di forza interiore

Tristemente, durante la decisione riguardo una gravidanza non programmata o non voluta, molti uomini fanno ricorso a varie forme di manipolazione, togliendo alla partner ogni tipo di sostegno emozionale e materiale, e persino facendo ricorso a minacce, atti di aggressione e violenza per presentare l’aborto come l’unica soluzione alla loro fidanzata o moglie. Molte storie in questo libro rivelano il profondo dolore che gli uomini provano nell’affrontare la realtà del  loro ruolo nella decisione di abortire. Ma esso è un passo essenziale verso la loro guarigione.

Altri uomini sarebbero pronti ad abbracciare la paternità, senza tener conto delle circostanze, ma non hanno possibilità di “scelta” nella decisione di abortire e si ritrovano incapaci di salvaguardare la vita dei loro bambini. Questi uomini sono particolarmente vulnerabili dopo l’aborto, dato che spesso provano sensazioni di collera e lutto di una tale intensità da diventare minacce alla propria vita. Questi padri hanno bisogno di immediato sostegno e cure.

 

Mariti, mogli e interruzione di gravidanza

Molti mariti sono profondamente colpiti  dall’aborto.

Alcuni di questi hanno partecipato in modo passivo alla decisione, lasciando tutta la responsabilità alla loro donna. Molte donne confessano, invece, che se il loro compagno avesse dimostrato un minimo di entusiasmo per accogliere la nuova vita in arrivo, non avrebbero mai abortito. 

A volte l’uomo pensa di fare il suo dovere dicendo alla moglie, “Ti appoggerò qualsiasi sia la tua decisione.” Questo ritornello, che fa parte della catechesi culturale fatta a tanti uomini sin dagli anni 70, rappresenta per molte donne un vero e proprio abbandono psicologico, vissuto in un momento di grande labilità emotiva dovuta ai drammatici cambiamenti ormonali in corsa precisamente durante i mesi in cui devono prendere la decisione riguardo continuare, o meno, la gravidanza.

Altri uomini non sono mai stati direttamente coinvolti nella decisione di abortire. Questi hanno sposato donne che avevano già abortito in passato (spesso si tratta di un segreto profondamente nascosto). Si rimarrebbe sorpresi nell’apprendere il potente impatto che un precedente aborto ha sull’intimità spirituale, emozionale e fisica tra moglie e marito.

Non pochi uomini intraprendono relazioni con donne già profondamente ferite da altri uomini attraverso l’esperienza del divorzio; di padri assenti, distanti, o che hanno abusato di loro; di precedenti abusi sessuali, aborti o altre perdite. Anche gli uomini portano all’interno del matrimonio un proprio passato che potrebbe includere simili ferite. Al momento di affrontare una paternità non prevista, questi uomini possono combattere contro le loro paure ed un senso di inadeguatezza davanti alla prospettiva di diventare padri.

Le donne che non hanno già imparato a difendere la propria dignità  facilmente cedono alle pressioni ad abortire. Questa unione di uomo spaventato e donna che non trova la forza per difendere se stessa e il proprio figlio in grembo può facilmente portare entrambi a pensare che l’aborto sia l’apparente soluzione.

Dopo l’IVG, molti uomini soffrono, consciamente o no, un conflitto interiore che deve in qualche modo essere elaborato e riconciliato. Tale conflitto nasce dalla presa di coscienza del proprio fallimento nel non aver accolto la vita del proprio figlio o della propria figlia in grembo, che potrebbe avere origine nel rifiuto che lui stesso può eventualmente aver provato da bambino, nella propria famiglia. Spesso il padre di un bambino abortito arriva a riconoscere che la sua “non accoglienza” del bimbo ha relazione con un dolore a lungo portato dentro, ma mai espresso. Ammettere tutto ciò richiede un grande coraggio, una grande forza interiore ed una grande umiltà.

Insomma, per l’uomo la perdita vissuta con l’aborto è spesso collegata ad altre emozioni irrisolte di rabbia e dolore della propria infanzia, che complicano ed intensificano le sue reazioni post abortive.

Storie di uomini:

Magari avessi potuto fermare l'aborto della mia ragazza
  Testimonianza di un uomo sull'interruzione di gravidanza scelta dalla propria ragazza. Pubblicata in uno dei giornali inglesi più conosciuti 
(The Telegraph UK, 12 Sep 2014)

Aborto: che fine fa papà?
  Sugli uomini e l'interruzione di gravidanza in Italia (Noi Genitori e figli - inserto Avvenire, Settembre 2013)

La paternità impedita  
  Più della superficialità della donna coinvolta ci colpisce la sofferenza nascosta dell'uomo. Pubblicato a Luglio 2014 nel quotidiano più importante di Monaco di Baviera.

 Storia di una rock star
Steven Tyler del gruppo Aerosmith parla autobiograficamente dell'aborto a cui ha spinto la propria ragazza. Leggete qui la storia.



Video: il mio aborto nel mondo rock
il racconto di Julia, la ex-ragazza, che ha partecipato alla Vigna di Rachele.







Pornografia e aborto

Abbiamo abortito: parlano gli uomini
Storie di 10 uomini tedeschi, apparse nel 2009 in uno dei settimanali più influenti della Germania.

Ma come faccio a vivere la castità?
Testimonianza di un uomo di 35 anni di età sul proprio "incontro" con la sfida e la bellezza della castità prematrimoniale, la forma più alta dell'amore tra fidanzati.


Per approfondire ancora:

IVG e coppia 1 (breve intro)

IVG e coppia 1 (approfondito)

"Ho sposato una donna che aveva abortito"

IVG e coppia 2 (intervista alla coppia)

Anche gli uomini hanno bisogno di un luogo sicuro
dove elaborare il proprio lutto e guarire

Il fatto che tanti uomini scelgano di non parlare delle loro emozioni non vuol dire che non ne abbiano, ma piuttosto che non trovano le parole per esprimerle davanti ad una tragedia insensata ed incomprensibile.

Gli uomini, come le donne, vivono esperienze molto profonde di dolore che risultano dalla loro partecipazione all’aborto, però potrebbero mancargli l’esperienza e il linguaggio per esprimere queste emozioni forti.  Profonde emozioni di lutto tolgono loro qualunque capacità di poter gestire la propria vita. È importante che qualsiasi programma di guarigione per gli uomini permetta di iniziare un percorso di guarigione al loro passo, non costringendoli sin dall’inizio ad articolare le proprie emozioni, ma piuttosto lasciando che tale articolazione prenda forma in modo naturale lungo il percorso di guarigione.

Gli uomini, come le donne, hanno bisogno di un luogo sicuro dove riprendersi e guarire dall’angoscia collegata all’esperienza dell’aborto. Hanno anche bisogno di sentire un invito accogliente a riconciliarsi con Dio, la Chiesa e i propri figli abortiti. La Vigna di Rachele offre un percorso di guarigione della durata di un fine settimana in cui gli uomini e le donne camminano insieme verso la guarigione.

 

Uomini: 
Come vivono l’esperienza del ritiro
e come vengono accolti?

È emotivamente “sicuro” per gli uomini e per le coppie partecipare ad un fine settimana di guarigione postaborto insieme ad altre partecipanti femminili?

Una leader della Vigna di Rachele, con già quasi venti anni di esperienza alle spalle, racconta le sue iniziali preoccupazioni all’idea che gli uomini assistessero ai suoi ritiri:

"Quando ho iniziato a lavorare nella Vigna di Rachele, ero molto diffidente all’idea di "esporre” le donne che partecipavano a questi ritiri alla presenza degli uomini nel weekend stesso.  Ricordo di essere stata così preoccupata da chiedere agli uomini che servivano come volontari in cucina di non venire il venerdì e di rimanere fuori vista per quasi tutto il fine settimana!

I miei occhi non si sono aperti finché non ho partecipato ad uno dei ritiri della Vigna di Rachele gestito dalla psicoterapeuta fondatrice Theresa Burke, Ph.D. Durante questo ritiro, il venerdì sera, una delle partecipanti ha reagito alla presenza di uomini nel gruppo. Era agitata e si domandava se convenisse rimanere. Theresa ha parlato in confidenza con lei e l’ha rassicurata, dicendole che se si fosse data del tempo per entrare nel percorso del ritiro, forse avrebbe scoperto che il Signore aveva preparato qualche miracolo per lei. La Dott.ssa Burke li ha presentati l’uno all’altra  personalmente, e le ha dato il permesso di ammettere il suo disagio. Theresa ha spiegato che quando una reazione difensiva viene riconosciuta e le viene rivolta l’attenzione, perde il suo potere di ostacolare la guarigione.

Questa rassicurazione ha permesso alla donna di rilassarsi e di entrare nel percorso offerto. Con mia meraviglia, questa donna non solo ha vissuto in modo meraviglioso il  weekend di guarigione, ma è diventato mezzo della sua guarigione proprio l’uomo la cui presenza l’aveva inizialmente sconvolta. Aveva delle ferite molto profonde causate da uomini, e vedere un uomo esprimere il proprio dolore e angoscia dopo un aborto le ha concesso l’opportunità di perdonare e di guarire dopo anni di rabbia nei confronti degli uomini che aveva portato nel profondo del suo cuore.

Questa dinamica dei gruppi misti è anche una benedizione per gli uomini. Ascoltando le storie e le esperienze di vita delle donne, comprendono su un piano più profondo l’impatto dell’aborto e il loro ruolo nella decisione, e sviluppano una maggiore sensibilità e una più sincera compassione verso le donne."

  "Redimere un cuore di padre": uomini che raccontano la propria esperienza di aborto
Redeeming a Father's Heart Ho sposato una donna che aveva abortito, pensando ingenuamente che se io l’avessi amata abbastanza e l’avessi accettata incondizionatamente, l’effetto dei due aborti che aveva avuto prima di conoscermi non si sarebbe presentato.
Il tempo può guarire alcune ferite, ma io posso dire ora per esperienza, che la ferita provocata dell’aborto non è una di quelle...  LEGGI la storia!
"Redimere un cuore di padre" (attualmente solo in lingua inglese), a cura di Kevin Burke, assistente sociale, counselor e co-fondatore della Vigna di Rachele, presenta le potenti storie di 10 uomini coraggiosi con il comune desiderio di presentare la loro verità sulla loro esperienza di aborto e le conseguenze di questa decisione che ha cambiato le loro vite. Queste storie sono vibranti e  commoventi testimonianze che conducono al centro della sofferenza nel profondo del cuore di un uomo… rivelando in ultima istanza il miracoloso effetto del potere salvifico di Dio.



Omaggio di un padre al proprio figlio abortito




Video Musicale: "Il dolore e il Guaritore" di Mercy Me
 

Dedicato ai tanti uomini combattuti tra sensi di impotenza e sensi di colpa, dopo aver perso il proprio bambino, e spesso la propria compagna, attraverso l'aborto. Una canzone composta da uomini per uomini.



Lutto maschile e il Ritiro della Vigna di Rachele

 Il ritiro della Vigna di Rachele è idoneo in tanti modi ad un vissuto maschile dell’elaborazione del lutto. Il ritiro weekend comporta delle attività interattive che chiedono di agire piuttosto che lo stare sempre seduto in gruppo (o in una sessione di counseling) per esporre le proprie emozioni , che può intimidire tanti uomini. Il weekend permette all’uomo di inserirsi nelle attività del ritiro al suo passo, ma lo sfida tramite le attività e le meditazioni sulla Sacra Scrittura ad andare oltre alcune delle difese intellettuali tipiche per poter sperimentare le proprie emozioni e il proprio dolore. 

Gli uomini si inseriscono profondamente nel cammino di guarigione, e si addolorano intensamente della perdita dei loro figli. Questo è un grande sollievo per la maggioranza degli uomini che inizia ad accettare questo incontro intimo con il proprio cuore, con gli altri compagni del ritiro, e con il Signore.

Ecco un altro pensiero circa la questione dei ritiri con gruppi misti di partecipanti maschili e femminili, offerto da una donna che ha partecipato ad un ritiro della Vigna di Rachele e che ora serve anche come leader nella Vigna:

Io consideravo la guarigione post aborto un argomento per sole donne. Come sapete, anche gli uomini sentono il lutto.... ma io non l'avevo mai immaginato. Io non potrei dire quanto la presenza degli uomini al mio Ritiro della Vigna di Rachele mi abbia aiutato a guarire. E questo l'ho visto confermato ripetute volte, con altre donne, negli anni in cui servo come facilitatrice dei ritiri.  

Non mi ero mai resa conto che gli uomini soffrono un profondo dolore collegato alla loro partecipazione nell'aborto. Penso che abbiamo entrambi bisogno di ricomporre pienamente ciò che questa sofferenza ha fatto nelle nostre vite e nelle nostre relazioni. 

L'aborto ci divide. Divide la madre dal figlio e tronca l'amore in molte relazioni. Attraverso il percorso della Vigna di Rachele, fatto con gli uomini, alla fine ho potuto perdonare i molti uomini che in passato mi hanno deluso. Sono stata in grado di arrivare a ciò grazie alla forza e al coraggio che ho visto in uomini che sono venuti a condividere con noi la loro esperienza. 

Gli uomini che hanno partecipato al mio ritiro mi hanno aiutata a ricostruire la mia fiducia negli uomini.... e questo è un miracolo!

                                                        - Jennifer





Commenti di uomini partecipanti in passato al ritiro:

“Quando ho letto i materiali che descrivevano il programma sono scoppiato in lacrime, dunque, ovviamente ciò che leggevo ha toccato qualcosa di molto profondo in me.”

“Tutto ciò che ho visto che trattava la questione dell’aborto era indirizzato alle donne. Poi ho saputo del Ritiro della Vigna di Rachele. Mi sono chiesto come mi sarei sentito lì, essendo uomo. Ma ci sono andato e mi sono sentito ben accolto. Il weekend mi ha aiutato a vedere più chiaramente il mio ruolo nell’aborto che ha avuto la mia fidanzata, e ad accettare il perdono per la grande parte che ho avuto in esso.”

"Sono stato accolto con discrezione e cortesia da parte dell'equipe... Inoltre le suore (che gestivano la struttura) e le sorelle del ritiro sono state deliziose, piene di cortesia e premura nei riguardi di tutti i partecipanti e fonte di serenità."

"E' iniziato tutto con 1000 perplessità ed è continuato con la nostalgia del dovermi separare da questo gruppo fantastico..."

"... stupendamente sorpreso pur avendo già vissuto tre week end per la riscoperta della relazione di coppia."

"Ho pianto tanto, e questo per me è un grande dono."


Sofferenza a causa di un aborto che non hai potuto fermare?

Forse la tua compagna o tua moglie ha avuto un aborto contro la tua volontà. Tu puoi essere stato impotente di fronte alla sua decisione e non hai potuto proteggere il tuo bambino. I padri  non hanno nessun diritto quando la loro partner decide di abortire. La Vigna di Rachele ti aiuterà ad elaborare il lutto e la perdita e a confrontarti con le sensazioni di rabbia e depressione con cui magari stai lottando. Anche se noi uomini cerchiamo spesso di farcela da soli, ti consigliamo di andare oltre l'orgoglio e di ammettere che molto probabilmente avrai bisogno dell'aiuto di altri per guarire da questa perdita. 

Se conosci l'inglese ti invitiamo a visitare il sito Men's Email Buddies (attualmente solo in inglese). Qui troverai l'appoggio di uomini pronti ad aiutarti. Contattali con qualsiasi richiesta oppure semplicemente per poter raccontare la tua perdita ad un altro uomo che ti ascolterà, ti capirà e ti risponderà via email. 



Posso partecipare ad un ritiro con mia moglie?

Sì! Le coppie che hanno partecipato ad un Ritiro della Vigna di Rachele constatano un incremento nella comunicazione di coppia, nell'intimità e nella fiducia in tutte quelle aree già danneggiate dall'aborto. Capiamo che ogni coppia è differente, e ci sono certamente delle singole situazioni in cui partecipare in coppia è impossibile o indesiderato. Talvolta ogni singola persona può trovarsi ad un diverso stadio del proprio percorso di guarigione. Tuttavia, non aver paura di chiedere al tuo (o alla tua) coniuge di accompagnarti al ritiro, specialmente se voi due siete i genitori del bambino abortito o dei bambini abortiti. 

Data la pratica ormai così diffusa di testing prenatale, sempre più coppie si trovano davanti al dramma di dover fare "scelte" devastanti che riguardano un figlio in grembo che porta una diagnosi di malattia, handicap o "incompatibilità con la vita".  E' particolarmente importante che coloro che hanno vissuto l'esperienza dell'aborto terapeutico trovino un modo in cui fare insieme almeno un pezzo del cammino dell'elaborazione di questo lutto per un bambino spesso concepito volontariamente, come realizzazione dei propri sogni, e a volte dopo una lunga ricerca. Leggete la storia di Regina e David. 

Anche se il vostro (o la vostra) coniuge non è stato/a coinvolto/a nell'aborto, il fatto è che anche lui o lei "prova" i postumi dell'aborto semplicemente per il fatto che vive con te. In altre parole, la natura stessa del matrimonio, fa sì che l'aborto tocchi, direttamente o indirettamente, tutti e due gli sposi

Qualunque sia le particolarità della vostra situazione, si riceve sempre un grande beneficio dal partecipare in coppia al ritiro.

  

Sposato con una donna che ha abortito?

Se sei innamorato di una donna che ha avuto l'esperienza dell'aborto prima del vostro incontro, potresti renderti conto che la vostra relazione è influenzata da alcuni dei suoi sintomi. Questi sintomi possono comprendere la paura della gravidanza e maternità, problemi di intimità, incapacità di godere del sesso, rifiuto dell'amore che tu cerchi di darle poichè lei non si sente degna del tuo amore, tenerezza e affetto. A volte il "fantasma" psichico del bambino abortito la porta a sentirsi indegna di accogliere un'altro figlio. Noi ti invitiamo ad esplorare la possibilità di offrire il ritiro a tua moglie come regalo e assicurarle che tu vorresti accompagnarla dato che lei affronterà questo doloroso evento della sua storia personale.

"Non avevo mai saputo che mia moglie aveva sofferto così tanto a causa di un aborto avuto prima del nostro incontro. Partecipare al Ritiro della Vigna di Rachele con lei mi ha aperto gli occhi e mi ha dato la possibilità di offrire il mio supporto in un area della sua vita dove era presente un grande lutto nascosto. Il nostro matrimonio ha ricevuto una vera benedizione. Adesso siamo più vicini di quanto lo fossimo mai stati e io ho avuto il privilegio di adottare spiritualmente il suo bambino durante la cerimonia in sua memoria."
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Mike

Bloccato in un ciclo ripetitivo di comportamento autodistruttivo?
 
Theresa Burke, dopo aver sviluppato il programma della Vigna di Rachele, ha scritto un libro clinico intitolato Forbidden Grief. La sezione del libro sul "Traumatic Re-enactment"  (la ripetizione reale o simbolica del trauma) può gettare un pò di luce su alcuni dei modi in cui
gli irrisolti conflitti interiori collegati alla partecipazione, in passato, all'aborto si possono manifestare nella vita attuale. La sua analisi è valida non solo per le donne ma anche per noi uomini. Rendendoci conto della nostra irrisolta (e spesso mai riconosciuta) sofferenza collegata all'aborto possiamo lavorarci su, così da crescere nella libertà interiore e nella felicità con la nostra partner. Ci aiuta anche a capire una persona amata che potrebbe stare soffrendo il trauma dell'esperienza dell'aborto, anche di un aborto vissuto molti anni prima.

Conclusioni:

Fortunatamente si nota una lenta ma costante crescita nel numero di uomini che frequentano i programmi per la guarigione dopo l’aborto. In modo particolare, i sacerdoti, i religiosi, gli psicoterapeuti e i counselors sono in una posizione importante per poter invitare gli uomini, in modo delicato ma diretto, a riconoscere il proprio ruolo nell’aborto subito da una partner, e di chiamarli al pentimento, alla riconciliazione e alla guarigione in seguito a questa loro partecipazione all’aborto. 

Questo perché se non vivono un’esperienza di guarigione post-aborto, gli uomini faranno fatica ad abbracciare la loro vocazione di marito e di padre, portando delle conseguenze tragiche nelle famiglie, nelle parrocchie e nella società. È fondamentale guarire il cuore dei padri toccati dall’esperienza dell’aborto affinché, uniti alle loro mogli, possano abbracciare in pieno il loro ruolo di guida spirituale all’interno del matrimonio e della famiglia.


San Giuseppe

ispirazione per i papà e per tutti gli uomini

Poesia in onore di San Giuseppe - e degli uomini!


Un ulteriore sito ricco di informazioni e di racconti personali sul tema degli uomini e l'aborto è quello del
Progetto Rachele.





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A volte l'esperienza di un aborto può creare intense emozioni che forse non potete gestire adeguatamente da soli.
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